giovedì 31 maggio 2012

Amarcord e il fascino del Naviglio Grande

Amarcord (derivante per composizione dall'espressione in dialetto romagnolo "a m'arcord", ossia "io mi ricordo").


E' la descrizione precisa del sentimento che mi ha pervaso in questi quattro giorni passati a Milano. Anzi, per essere precisi, in periferia sud-ovest di Milano, intorno al Naviglio Grande, nei luoghi dove sono nata, cresciuta e dove ho vissuto fin poco prima dell'espatrio.


E' stato emozionante ritornare dopo tanti anni a passeggiare nelle vie conosciute, ricordarsi dei momenti passati e delle persone che sono state parte della mia vita.
Sono successe talmente tante cose che mi sembra davvero una vita fa e mi sono accorta di aver perso nel dimenticatoio tanti dettagli, anche importanti. Come e' potuto succedere..?


Sono ripassata davanti alla mia scuola elementare ed a quella media, nel parco dove ho passato cosi' tanti pomeriggi con gli amici, era il mio mondo, un grande universo.
E' stato molto bello condividere con mio marito i miei ricordi e il mio stupore per i cambiamenti che sono inevitabilmente accaduti in alcune vie e in alcuni edifici, soprattutto nel centro.
Parlare con una signora che vive li da 40 anni, a proposito della "biblioteca che non e' piu' qui ma l'hanno spostata laggiu'" e ritrovare per caso anche la "pizzeria-di-sempre" che si e' spostata di qualche via, e' stato davvero bello, emozioni positive.
Ritrovare nel centro la piccola dimensione di un borgo, che quando ero piccola era separato da Milano dai campi. Oggi non c'e' piu' divisione se non un cartello che segnala l'inizio del Comune.



E poi passeggiare sui Navigli, ritrovare "il libraccio" e ricordarmi degli interminabili pomeriggi in coda all'inizio dell'anno scolastico per vendere i libri dell'anno passato e comprare i libri di seconda mano per l'anno nuovo.




Il "vicolo dei lavandai" e' stato ristrutturato per bene e mi sono persa sognante nei cortili attigui dove ora ci sono atelier di artisti e gallerie d'arte e tante piante di gelsomino in fiore. Che meraviglia.
Mi sono ricordata che quando ero adolescente il mio sogno era di abitare in una di quelle case di ringhiera,  in quella Milano che oggi si vede solo nei film di Aldo-Giovanni-e-Giacomo... ma penso che questo sogno si conservera' irrealizzato nel mio cassetto.


E poi i ricordi delle biciclettate da Corsico ad Abbiategrasso, lungo il Naviglio Grande, con i campi da un lato e la Vecchia Vigevanese dall'altro. Al tempo c'erano ancora un paio di fattorie con le mucche, che ora che non sono piu' abitate sono ristrutturate per farne degli appartamenti. Spero che la magia e l'anima del luogo rimangano almeno nelle mura perimetrali.


E le acacie in fiore, e le risaie che si allagano, e i "piumini" dei pioppi che riempiono l'aria leggeri.
Ho percorso di nuovo in macchina il cuore del Parco Agricolo Sud Milano, sulla strada che va da Trezzano S/N a Zibido San Giacomo e poi lungo fino a Pavia sulla statale dei Giovi. Mi sono ricordata un po' di scorciatoie che sapevo, sono ritornata a Corsico e Cesano Boscone dove ho trascorso gran parte della mia infanzia e adolescenza, sono ripassata da Baggio, Q.Olmi, Lorenteggio, Inganni, Forze Armate dove i miei nonni avevano la cartolibreria ,San Siro, Bosco in Citta', il S.Carlo e ricordi, tanti ricordi, la maggior parte belli. 




E' stato rigenerante anche se non posso mentire dicendo che un po' di malinconia per essere lontana non mi sia venuta.


Il giorno prima di partire per tornare in Germania, in occasione della visita di due amici della Val di Susa, nonostante la pioggia incessante, ci siamo fatti a piedi dall'Alzaia alla Triennale (passando per S. Lorenzo e fermandoci alla Rotonda Civica e Santa Maria presso San Satiro, capolavoro del Bramante,  e poi dal Castello con una bella passeggiata nel parco) per poi proseguire, dopo una sosta in P.ta Venezia per pranzare al nostro ristorante eritreo preferito (n.d.a. Africa), a piedi lungo C.so Venezia fino al Quadrilatero della Moda e poi per S. Babila e Duomo.




E' stata una bella e lunga passeggiata e sono stata orgogliosa fare da guida turistica locale raccontando aneddoti di bigiate per andare sul tetto del Duomo (nelle rare giornate di cielo terso) e altri episodi di gioventu'. Non mi era mai capitato prima.




E' stato bello, e mi sono sentita "a casa", come mai prima. 
Perche' sono luoghi che conosco, ed ora che vivo lontano, mi danno sicurezza. 
L'amarcord e' diventato forte da far batter il cuore veloce e da togliere quasi il fiato.


Ora sono ritornata, da una settimana, e sono "a casa" a München, soddisfatta e arricchita da questo w-e lungo di fine maggio.
Ho rinfrescato la mia memoria, ho ricaricato i miei ricordi e rinforzato le mie radici.
E sono contenta. 
E in pace.


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